Cosa sta succedendo in Sicilia dopo la rivelazione del fatto che alcune persone di area AUPI hanno “raccolto” delle schede di voto compilate secondo loro indicazioni in luoghi e tempi diversi da quanto previsto?
Intanto due cose:
- la tesoriera dell’Ordine della Sicilia ha annunciato sulla sua bacheca facebook le proprie dimissioni da AUPI e
- il Presidente dell’OP Sicilia di fronte ad alcuni presidenti CNOP avrebbe sostanzialmente ammesso i fatti abbozzando qualcosa rispetto al fatto che “sia consentito consegnare il voto a mano”…
Eh già, peccato che:
1) il problema è anzitutto che alcuni consiglieri o candidati AUPI sono in possesso, loro e solo loro, di schede correttamente firmate e timbrate dal presidente di seggio. Chi le ha date loro? Quante schede ci sono in giro? Capiamoci: i candidati AUPI o i loro amici e sodali sarebbero andati a raccogliere voti usando modalità poco trasparenti;
2) di più, queste operazioni venivano fatte settimane prima della pubblicazione delle candidature. Chi votavano i colleghi? Chi indicava loro chi votare, se non gli stessi consiglieri AUPI che gli fornivano le schede “abusive”?
3) terzo, ma non ultimo. Le schede devono (o forse a questo punto “dovrebbero”) essere vidimate da un notaio o da un pubblico ufficiale in presenza del collega votante. Chi e quando si sarebbe occupato di questa operazione? In quale curiosissimo modo?
Ma usciamo dalla sterile polemica. Non vorremmo che si dicesse, al solito, che AP non è costruttiva. Siamo costruttivi.
Queste elezioni in Sicilia sono evidentemente da rifare.
Fatto salvo che questo non esimerà chi si è reso protagonista di illeciti dal renderne conto ai magistrati, almeno salviamo le elezioni.
La proposta è semplice. Ristampiamo nuove schede, in modo da differenziarle da quelle già in giro, e magari inviamole direttamente a casa di tutti gli iscritti.
Nuovo decreto di indizione delle elezioni, e nuove date se necessario. E questa volta niente scherzi, questa volta in Sicilia si voti davvero.
E ci vadano in molti, di colleghi a votare, questa volta per davvero.
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